In caso di divorzio, il coniuge deve garantire all’ex anche abiti firmati e gioielli
Una Lettrice asserisce che essendo venuta meno l’unione materiale e spirituale con il marito intende separarsi da quest’ultimo.
La stessa afferma di aver sempre svolto l’attività di casalinga e, ciononostante, di aver sempre condotto una vita estremamente agiata in virtù del considerevole patrimonio del marito e del suo elevato reddito.
Ciò posto, la Lettrice chiede se a seguito della separazione potrà continuare a mantenere lo stesso tenore di vita oppure dovrà rinunciarvi.
Abbiamo già affrontato una questione sovrapponibile su questa rubrica, ma, visto l’interesse del Lettore, appare opportuno ritornare sull’argomento.
Innanzitutto occorre tenere presente il principio secondo cui i presupposti per il sorgere del diritto al mantenimento sono la mancata titolarità di redditi che permettano al richiedente di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, nonché di una disparità economica tra le parti.
Ciò premesso, tuttavia, fino a che punto si spinge il diritto del coniuge più debole di pretendere dall’altro coniuge un adeguato contributo al mantenimento?
Con una recente sentenza del 2011, la Corte di Cassazione affronta il problema e afferma che nel caso in cui venga accertato che il coniuge richiedente sia privo di redditi personali ed impossibilitato a procurarseli, con la conseguenza di non essere nelle condizioni di mantenere l’elevato tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, desumibile dal consistente reddito dell’altro coniuge e dal suo ingente patrimonio, nonchè dal complessivo stile di vita della coppia e dal possesso di beni di pregio quali abiti firmati e gioielli da parte del coniuge richiedente, il Giudice deve commisurare a tali elementi la determinazione dell’assegno divorzile, che deve dunque permettere al coniuge beneficiario di poter continuare a mantenere il medesimo tenore di vita, anche, tra l’altro, attraverso l’acquisto di abiti firmati e gioielli.
© Avv. Michele De Bellis, 8 ottobre 2011,